MISURA e TRASCRIVI

MISURA e TRASCRIVI

gennaio a Genova

gennaio a Genova

Nuvole

Nuvole
foto di Anna Ducci

LA SERA




LA SERA

Chiudi tu la persiana
su quest’altro giorno che passa,

io mi aggrapperò ancora
all’ultima luce vegliata,

anche alla più lontana,
come quella che tra poco
cadrà dall’orizzonte,

perché voglio ancora credere
che di questo giorno
ne ho ancora tanto da vivere.

(Anna Ducci)


giovedì 31 gennaio 2008

70_DUE USCITE
(Genova, 30 gennaio 2008, mercoledi)

Un freddo venticello alterna le sue mosse,
spostandosi sui due lati della scacchiera:
ora tramontana muove le sue pedine,
poi dal mare un avversario ribatte al contrario

nel mio palazzo come altri nello stesso quartiere,
si entra ed esce dal tetto:
costruito sul fianco della collina,
è congiunto alla strada da un ponticello,
come una passerella tra il molo e la nave

così per uscire si sale:
come in un pozzo si scorge dal basso il chiarore,
un mitico percorso congiunge inferi e cielo

alle otto in punto si spegne la luce:
chi si trova in quel momento nelle scale,
cerca nell’improvvisa penombra lo scalino e la ringhiera
a cui affidarsi per ascendere al giorno
o calarsi nel girone dei piani inferiori

gli antichi abitanti raccontano che in passato,
l’ingresso era come di consueto alla base dell’edificio
e sbucava per scalinate sul viottolo ora in disuso nascosto dai rovi:
da lì all’alba scendevano in porto a lavorare
e tornavano la sera

erano gli anni in cui ogni palazzo con due portoni
poteva consentire fughe
e a quei portuali sospetti che vi abitavano,
di eludere il controllo:
un’auto sostava in una strada allora semideserta,
qualcuno fingeva di leggere il giornale con la schiena alla ringhiera
e teneva d’occhio il portone,
poi con un cenno d’intesa lasciava il posto ad un collega

così per norma di pubblica sicurezza,
ogni casa con due uscite fu ricondotta ad una:
noi ora saliamo sul tetto per trovarci nella pioggia o nel sole
o lasciandoli scendiamo alle nostre stanze,
senza più una via di fuga che ci consoli o illuda,
privati di una libera scelta,
obbligati ad un senso di marcia
per cercare la salvezza in cima alle scale
o la condanna in fondo.

Nessun commento: