MISURA e TRASCRIVI

MISURA e TRASCRIVI

gennaio a Genova

gennaio a Genova

Nuvole

Nuvole
foto di Anna Ducci

LA SERA




LA SERA

Chiudi tu la persiana
su quest’altro giorno che passa,

io mi aggrapperò ancora
all’ultima luce vegliata,

anche alla più lontana,
come quella che tra poco
cadrà dall’orizzonte,

perché voglio ancora credere
che di questo giorno
ne ho ancora tanto da vivere.

(Anna Ducci)


domenica 28 febbraio 2010

Genova


(Genova, 28 febbraio 2010, domenica)
477_ALTERNE VICENDE

ieri è passato sopra di noi vincente,
oggi sconfitto si nasconde alla vista:
i festoni che avevamo steso,
pendono umiliati da una pioggia leggera

di tutto il sole a cui abbiamo esultato
resta una pallida luce lontana:
per quanto ne ravviviamo imprese,
un ricordo si bagna e sbiadisce,
un foglio di carta si riduce in poltiglia

il sole che raccontiamo non è mai
quello che ritorna,
la pioggia passata non è la stessa
per chi oggi ne viene bagnato:
nessuno crede alle stagioni vissute dagli altri,
a quelli eccessi patiti di freddo e calore

appaiono, ci dominano e declinano:
questa è la corta durata degl’imperi
per chi abita sulla riva del mare,
col privilegio di poter trarre ogni giorno
esempio terreno dalle alterne vicende in cielo.

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sabato 27 febbraio 2010

Genova


(Genova, 27 febbraio 2010, sabato)
476_LA VISTA FERITA

fatta di questa luce
la punta della lancia ha trapassato
l’acciaio della corazza,
tagliato il cuoio, lacerato la stoffa,
infierito sulla pelle che dentro vi si proteggeva

la vista ferita
si lascia cadere sul tappeto di foglie,
di rami spezzati sotto il peso del passo,
posa il capo sull’erba bruciata,
i piedi verso l’incontro tra due toni d’azzurro:
attendo ad occhi socchiusi
che l’inverno faccia il suo corso,
che il verde torni a guarire.

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martedì 23 febbraio 2010

Genova


(Genova, 23 febbraio 2010, martedi)
475_IL VULCANO

la ciminiera rossa di una nave all’ormeggio
spicca sullo sfondo
come il cono infuocato di un vulcano
emerso tra le onde

un’isola transitoria che brontola e fuma
e accresce di peso e volume
il corpo nero sull’acqua

nel patto tra cielo e mare di spartirsi l’orizzonte,
un intruso che gorgoglia e zampilla,
una gobba che si solleva tra getti di vapore,
una terra emersa che sconfessa le carte

è una tendenza che il futuro riduce
a curiosa notizia
o una crisi che nel tempo si eleva
in montagna,
l’annuncio di un continente che incrina il nostro
e lo spacca e ricopre di lava?

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domenica 21 febbraio 2010

Genova


(Genova, 21 febbraio 2010, domenica)
474_IL RISCATTO

il sole tra le foglie
invece della pioggia sui rami spogli,
la penombra verde
al posto di un cielo acciaio a ferirci gli occhi:
sferzati dall’acqua, respinti dal vento,
vorremmo
un messaggio di primavera

il segnale
che non sia caduta in un tranello,
che sia trattenuta solo da una sosta nel tragitto,
che il suo carico di colori
sia sfuggito in Atlantico ad un’altra scorreria
di grigio e tempesta

in attesa dietro i vetri
ci prepariamo comunque ad una richiesta
di riscatto:
ma che duro e freddo metallo
potremo dare in cambio del suo tenero tiepido valore,
di che tesoro di monete privarci,
a quale prova d’amore siamo veramente disposti,
cosa possiamo senza rimpianto perdere,
che triste sicuro mondo lasciare,
pur di riaverla dopo un anno accanto?

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venerdì 19 febbraio 2010

il tubo


(Genova, 17 febbraio 2010, mercoledi)
473_PERDITA D’ACQUA

picchia da lontano
il martello che scava nella strada
per raggiungere un tubo
che nella notte ha ceduto

come c’inquieta
l’acqua che non vediamo
e scorre nel suo condotto
finchè per una crepa,
un movimento del terreno,
un incidente quotidiano,
non s’infiltra e affiora dal profondo
la domanda

se si fluisce
da inizio a fine per uno scopo,
in direzione utile
come il canale che alimenta il mulino,
riempie la vasca, muove le pale
e poi si disperde

oppure se
ad anello si annega e risorge
sempre nella stessa corrente.

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martedì 16 febbraio 2010

Genova


(Genova, 16 febbraio 2010, martedi)
472_BANDIERE OPPOSTE

maglie nere, calze bianche,
bandiere opposte sui balconi,
insegne adeguate al grigio
che regna da troppo tempo in cielo e terra

ogni colore di conforto
è fuggito per scampare al gelo,
lasciandoci soli in questo deposito di rottami,
prigionieri del vento
e insultati ad ogni passo
da ordini urlati che non capiamo

poi allargando lo sguardo sul resto del mondo,
un barlume di mimosa
rischiara l’angolo del giardino.

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lunedì 15 febbraio 2010

Genova


(Genova, 15 febbraio 2010, lunedi)
471_SCUOLA DEL DUBBIO

non è rimasto nulla
della giornata scontrosa che ieri
si nascondeva con sciarpa e cappello
e rispondeva con sguardo accigliato
ad ogni tentativo educato di approccio:
anzi ora compare
un accenno di sorriso a ponente,
un benevolo occhio di sole dall’alto

mutevole umore dei giorni di mare,
in cui ti svegli sereno
e incupisci nel declino di luce
o un mattino che inizia oppresso
si libera nel corso del tempo:
scuola del dubbio
che qui si frequenta senza iscrizione,
corso a vita sull’influenza del caso nella storia,
in cui mi preparo per l’esame finale.

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Genova


(Genova, 14 febbraio 2010, domenica)
470_VECCHIE PIUME

due merli s’inseguono neri,
nel grigio dei tetti bagnati:
un volo di coppia
in una stanza senza visibile uscita,
sorvegliata da un soffitto
che non promette varianti

dal numero degli anni trascorsi
condotti fino a quest’inverno,
veniamo insieme dalla primavera lontana,
accompagnati da un corpo
che ben conosciamo:
dal ramo più alto ad un angolo di tetto,
si spostano assieme le vecchie piume.

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venerdì 12 febbraio 2010

Genova


(Genova, 11 febbraio 2010, giovedi)
469_IN ATTESA

nella cenere affondano i tetti
la nave nera e tutti gli abitanti
compresi i gabbiani
e gli alberi in sonno,
in attesa della prevista neve

un inverno di continui allarmati annunci,
una minaccia costante che ci sovrasta dal cielo,
una speranza di progresso peggiore,
un’ansia di punizione,
di sentirsi colpevoli per tutto il bel tempo
che abbiamo promesso al mondo

come siamo passati in pochi anni
dall’arroganza delle previsioni epocali
all’incertezza di quelle quotidiane,
come abbiamo dato per sicura la primavera
e in marcia la futura estate
e siamo invece confinati
in un prolungato presente invernale

come giustificavamo tutto con l’attesa
del sole sorgente
e ora esitiamo in questo mattino
che non si vuol rivelare.

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Genova


(Genova, 10 febbraio 2010, mercoledi)
468_MONDO FREDDO

eravamo sperduti nella steppa e assediati dal gelo
o più semplicemente
rifugiati nel sonno al tepore delle coperte:
un risveglio con il sibilo del vento nell’orecchio,
un cappotto disteso come cielo
e la presenza della neve
appena dietro la collina che ci difende

sfiorati da un mondo freddo,
abbiamo notizia di stagioni peggiori
in altri tempi e regioni,
ma è del nostro piccolo inverno
che abbiamo timore:
lungo il corridoio a pareti opache e luce fioca,
condotti da una mano gelata
alla propria sedia di ferro,
in attesa di essere chiamati.

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Genova


(Genova, 9 febbraio 2010, martedi)
467_STRACCI APPESI

che mutande tristi
ho di fronte stese dal balcone dei vecchi,
che gatto bianco sugli scalini
è invece un sacchetto impigliato nella ringhiera

che stracci appesi nel cielo,
che pagine strappate al giorno,
che calze lunghe tirate per tutto l’azzurro,
che arrivo e partenza fuori vista,
che sorvolato puntino in terra.

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sabato 6 febbraio 2010

genova


(Genova, 6 febbraio 2010, sabato)
466_DUE TONI

a bordo tagliente il confine
tra due toni di azzurro,
a spigolo vivo tra due modi
per tenere soggetta la terra,
ai suoi colori di straccio sporco e bagnato

al nero di pioggia caduta per tutta la notte,
al cuoio di vecchia scarpa
che riappare dove l’erba è bruciata,
al mattone corroso per troppi passi

non illuso dalla foschia,
non consolato da nubi,
sul termine ultimo
si distingue il profilo ancora lontano
di quella certa nave in arrivo

poi lo sguardo ripiega sul vicino presente,
sulle braccia nude di una donna che stende
la fiducia nella giornata di sole.

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genova


(Genova, 5 febbraio 2010, venerdi)
465_TENTATA EVASIONE

dall’alto, del gatto in corsa si distingue
solo il moto delle zampe bianche:
il corpo scuro si confonde col terreno,
il pelo a strisce con le foglie a tappeto

una tentata evasione dall’inverno
in cerca di un tiepido riparo

solo noi animali più evoluti
sappiamo che non si sfugge a età e stagioni,
alla mancata carezza,
al piatto che resta vuoto.

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genova


(Genova, 5 febbraio 2010, venerdi)
464_CAPACITA’ DEI GATTI

un grosso gatto rosso scompare su per le scale,
come una macchia di colore nel giardino spento,
un colpo di pennello sul fondo uniforme

una veloce incursione sul terreno nemico
in un giorno di pioggia,
una bandierina pelosa che appare
sul ciglio della trincea

capacità dei gatti
di condividere i luoghi ma non l’ordine apparente
che noi crediamo assoluto,
esempio vivente di mondi sovrapposti
e regole non coincidenti,
ironia delle intenzioni
che sfuggite al controllo
ritroviamo accanto con aspetto diverso.

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mercoledì 3 febbraio 2010

genova


(Genova, 3 febbraio 2010, mercoledi)
463_LUNA COSTOSA

lunga manica con bottone d’argento,
è distesa una nuvola grigia con luna sbiadita:
medaglia corrosa
in onore della notte sconfitta

apro la finestra e mi trovo lasciato indietro
da silenzio e sonno a quest’ora già lontani:
la città accoglie un altro giorno invasore,
che sorge dorato e declina nel sangue,
con il suo ordine di ore scandite

il privilegio di prigioniero solitario
mi sottrae alle parate di rumore,
al pasto comune, all’appello serale:
cammino ignorato tra i confini
e aspetto che a dominare torni la luna,
bandiera di una patria troppo lontana
per i nostri poveri mezzi.

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martedì 2 febbraio 2010

genova


(Genova, 1 febbraio 2010, lunedi)
462_DECLINO IN BLU

piena di blu pesante
è la vasca sul fondo del giardino,
spoglio e bruciato dal gelo:
città che declina,
mentre la stagione nuova si prepara

esce dall’inverno con case più vuote,
alberi che rimangono neri,
ricordi più numerosi delle prossime foglie,
un mucchio di rimpianti
nell’angolo più battuto del vento

resta quell’acqua intensa,
gioiello sulla ruggine di una corona.

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