MISURA e TRASCRIVI

MISURA e TRASCRIVI

gennaio a Genova

gennaio a Genova

Nuvole

Nuvole
foto di Anna Ducci

LA SERA




LA SERA

Chiudi tu la persiana
su quest’altro giorno che passa,

io mi aggrapperò ancora
all’ultima luce vegliata,

anche alla più lontana,
come quella che tra poco
cadrà dall’orizzonte,

perché voglio ancora credere
che di questo giorno
ne ho ancora tanto da vivere.

(Anna Ducci)


mercoledì 27 gennaio 2010

Le nuvole di Terezin


disegno di Arnost Jilovsky,
nato 31/7/31 e morto 23/10/44 ad Auschwitz
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(Genova, 27 gennaio 2010, mercoledi)
461_VENTO E MEMORIA

finchè la finestra è ben chiusa
il vento è solo un distante fruscio:
ma basta uno spiraglio aperto,
un accenno di varco,
perché la memoria s’infili
e resti spogliato in una gelida stanza,
dove in un attimo tutto il calore si è disperso

certo tutto è successo in tempo e luogo lontano:
non è il ricordo di quello ch’è stato che ci difende,
ma il brivido che si rinnova nelle raffiche del presente.

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martedì 26 gennaio 2010

(Genova, 26 gennaio 2010, martedi)
460_VELO


come si piega il cipresso,
come fatica il gabbiano,
a contrastare questo vento
che accumula polvere d’oro sul fondo

come si avvolge di un velo prezioso
la città distesa nel gelo che scende:
al sole paralume di carta,
alla vista rete a maglia fitta,
al futuro incerta previsione.
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lunedì 25 gennaio 2010


(Genova, 25 gennaio 2010, lunedi)
459_OLTREMARE

come questo vento di neve che ha superato la collina,
la fiducia nel meglio sconfina
nella certezza del peggio:
per quanto si cerchi un pretesto a cui aggrapparsi
o puntare i piedi,
siamo spinti per un versante scosceso,
giù nella pendenza inevitavile verso il bordo,
la linea di costa confusa di nebbia

quando si ha davanti lungo tempo da vivere,
una scadenza lontana,
un numero di anni che si conta in decine,
si sale a due gradini per volta
a conquistare la vetta
e piantare la bandiera sul panorama:
alla fine
chi vive tra montagne ha saputo comunque
di altre cime intorno,
in collina, che oltre non finisce il mondo ma declina
e in pianura, che la strada prosegue oltre vista

ma per chi non crede all’America,
c’è il nulla dopo il mare che ha di fronte.

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domenica 24 gennaio 2010


(Genova, 23 gennaio 2010, sabato)
458_IN CORNICE

proprio quando mi affaccio,
si spengono le ultime luci:
perle di ambra sgranate per la salita,
bottoni gialli in asole allineate lungo il bordo,
punti di pennello che sbiadiscono sullo sfondo

nel quadro un sacchetto vola portato dal vento,
un segno informe all’altezza dei tetti
in balia della corrente:
mattino con sole vincente
nella veduta in cornice di finestra,
ritratto di giornata incollato s’una pagina privata,
bandiera in piena gloria,
foto che al tramonto sbiadisce in tasca
di vecchi prigionieri.

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mercoledì 20 gennaio 2010


(Genova, 20 gennaio 2010, mercoledi)
457_ORIZZONTE

un nuvolone copre l’orizzonte,
una groppa scura distesa
che ad ogni ora aumenta e avanza,
un pericolo nero
che incombe sul resto del giorno

all’arrivo di Colombo
vivevano sull’isola milioni di abitanti,
quarant’anni dopo erano tutti sterminati:
così comincia la storia che noi scriviamo
e gli altri subiscono,
non conoscendone lo scopo

dopo aver deportato l’Africa in America,
l’Europa invecchiando soccorre il mondo
e attenua il rimorso
correndo in aiuto degli antichi schiavi

come diventiamo buoni sotto la minaccia
del temporale.

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mercoledì 13 gennaio 2010


(Genova, 13 gennaio 2010, mercoledi)
456_STABILE GRIGIO

dominato dal grigio unica stoffa,
giace il mattino velato da una pioggia sottile
che lo tiene disteso e privo di forze

appesantito dall’acqua
che lo ha inzuppato per tutta la notte,
non si riesce ad alzare
o a trascinarsi nemmeno al riparo

conseguenze
di una previsione sconfortante d’incerto futuro,
dell’avvilente permanenza del maltempo
da nord al meridione,
della tendenza al declino
in aumento sull’intero paese

chi passa ti scansa e giudica
un vecchio ubriaco sdraiato per terra che si lamenta,
fra stracci e cartoni una avanzo di entusiasmo deluso,
un relitto di volontà che ha perso ogni certezza.

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lunedì 11 gennaio 2010


(Genova, 11 gennaio 2010, lunedi)
455_I MANDARINI

questo mandarino che sto sbucciando
forse è stato raccolto
da cui negri che si sono ribellati
laggiù nel sud

qui non è successo, perché li trattiamo meglio:
li lasciamo vendere borse sulle spiagge d’estate
e ombrelli nei mercati d’inverno,
affittiamo loro le case senza limiti di letti,
gli facciamo attendere a lungo i permessi
così imparano meglio la lingua,
e a chi troviamo fuori regola,
offriamo per mesi alloggio gratuito in villaggi riservati

come diceva anche mio zio, dei suoi operai:
bisogna trattarli bene,
se vuoi che rendano…
poi ha chiuso, scappando in Svizzera,
ma questa è un’altra storia.

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domenica 10 gennaio 2010


Rosarno - foto di Tony Vece per ANSA
(Genova, 9 gennaio 2010, sabato)
454_NUVOLE NERE

quindi questi negri non sono solo le docili bestie
che stanno per noi nei campi
dal mattino alla sera
a raccogliere verdura

quello che non accettiamo
e ci fa più paura della loro rabbia,
è di dover ammettere che per convenienza o complicità,
in paese o regioni o intera nazione,
viviamo sottomessi ai padroni di sempre

loro si ribellano e se ne vanno da uomini,
noi restiamo da servi nella vergogna.

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sabato 9 gennaio 2010


(Genova, 8 gennaio 2010, venerdi)
453_LA RITIRATA

strage di ombrelli per strada, sconfitti dal vento:
con stecche contorte, stoffe strappate,
giacciono ai bordi laceri e feriti
come durante una ritirata

un esercito in fuga per tornare alle proprie case
abbandona lungo il percorso uomini e mezzi,
manici e bastoni nei cestini

mentre l’imperatore ha raggiunto la capitale e vi si chiude,
arranca la retroguardia,
il resto dell’armata circondata dall’inverno.

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mercoledì 6 gennaio 2010


(Genova, 6 gennaio 2010, mercoledi)
452_EPIFANIA

un gelido presente segue la notte passata
di vento e neve:
riluce sul mare una fessura
sotto la porta di ferro e carbone

si dice che questa è la giornata
in cui gli animali ci parlano
e sono incerto se affrontare con scuse impotenti
i loro insulti e lamenti

uniti da un comune passato di fatica,
di gabbia e catene,
ormai noi troppo sordi e distanti
ne facciamo continuo argomento di lettura e visione:
con un brivido di rimorso mi nascondo allo sguardo
di una tortora che si è posata sul davanzale.

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martedì 5 gennaio 2010


(Genova, 4 gennaio 2010, lunedi)
451_NERO SU BIANCO

stupore di risveglio sotto la neve,
che un cielo così scuro imbianchi la terra:
per contrasto considero
la pagina coperta di segni e la confronto
con le impronte confuse di zampe sui tetti

di certo un senso unisce le parole
come tra loro i passi:
la ricerca di cibo,
il comando del branco,
la guardia al proprio confine,
l’urgenza di lasciare una traccia
che altri leggano su libri, tegole o strade

così per istinto, ambizione o caso
scriviamo sul panorama.

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domenica 3 gennaio 2010


(Genova, 3 gennaio 2010, domenica)
450_AUGURI COME

dal coperchio grigio di poco alzato
s’intuisce l’interno di carta velina:
un cielo grinzoso di azzurro chiuso nel pugno
e poi rilasciato

come l’involucro che fasciava le arance
con decori di oro e sangue

auguri come
se un numero aggiunto facesse l’anno migliore,
uno scatto di contatore
verso un futuro per cui nessuno azzarda promesse,
un’altra scatola archiviata sullo scaffale
in ordine progressivo.

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