MISURA e TRASCRIVI

MISURA e TRASCRIVI

gennaio a Genova

gennaio a Genova

Nuvole

Nuvole
foto di Anna Ducci

LA SERA




LA SERA

Chiudi tu la persiana
su quest’altro giorno che passa,

io mi aggrapperò ancora
all’ultima luce vegliata,

anche alla più lontana,
come quella che tra poco
cadrà dall’orizzonte,

perché voglio ancora credere
che di questo giorno
ne ho ancora tanto da vivere.

(Anna Ducci)


lunedì 30 novembre 2009


(Genova, 30 novembre 2009, lunedi)
437_LIQUIDI GLI ANNI

ora che la tenda si è alzata e riavvolta a festone,
il mare rieppare in due colori:
uno della terra sfociata da tutti i torrenti,
l’altro rabbioso di nero
contro tutta quest’acqua intrusa
che lo separa da noi

da dolce in amaro liquidi gli anni scorrono,
da ingenui e limpidi a torbido presente.

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(Genova, 30 novembre 2009, lunedi)
436_NAVIGAZIONE

povera la nave tenuta fuori dalla diga,
nel ribollire che si avventa in grigio contro il muro
e bianco nello sforzo lo scavalca

una scatola di ferro perduta nella foschia,
tra l’acqua che cade e quella che sostiene,
tenuta in posizione malgrado la spinta contro costa
e circondata dall’agitarsi di forze contrarie

scrivere qui della tempesta
coi tamburi sul lucernaio,
essere là presi a schiaffi
da due acque infuriate

sulla pagina non è differente
per la penna dell’onesto marinaio:
scesi a terra o in oceano a bordo,
stare nei panni di chiunque
fa parte dei compiti di navigazione.

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(Genova, 29 novembre 2009, domenica)
435_NEL SACCO

è stato lo scirocco dicono gli esperti
a chiudere lo spiraglio che stamattina
c’illudeva con una promessa di rosa

ora è la tendenza montante
che le ciocche bianche del mare ci pettina contro
e c’infila nel sacco,
ci annebbia, inzuppa e trascina nel grigio,
a sbattere contro lo spigolo del monte

tenuti chini da un potere che ci scivola indosso,
attribuiamo le colpe al gioco mondiale delle correnti
e non c’è niente da fare
per sfuggire al tempo avverso:
altro che restare chiusi a spiarne l’evoluzione,
con l’avvertenza di non uscire senza l’inevitabile ombrello

ci dicono che
l’inverno è una realtà fisica che non può cambiare
col desiderio di primavera,
una stagione spiacevole per alcuni effetti
ma da cui il mondo può uscire migliore:
si può forse ostacolare con obiezioni morali
un evento naturale?

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giovedì 26 novembre 2009


(Genova, 24 novembre 2009, martedi)
434_PRESENTE IN RUGGINE

due corvi in direzione monte,
una coppia vestita di nero
vola con fatica da un verde passato
sul presente di ruggine

dopo ripetuti giorni di pioggia
la passione appende nella foschia
la sua bandiera d’autunno
al colore di foglia caduta.

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domenica 15 novembre 2009

MeteoDiario alla Biennale di Alessandria



Enrico Mario Lazzarin e
Gianriccardo Scheri
presentano MeteoDiario

alla rassegna >AUTORI e CITTA'<
organizzata dalla Biennale di Poesia di Alessandria

Sabato 21 Novembre ore 17.00
Palazzo Cuttica, Via Parma 1
Alessandria

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(Genova, 15 novembre 2009, domenica)
433_STRACCI

un fagotto fasciato in un telo grigio
è appeso sulle teste:
dagli strappi nell’involucro volano via
ritagli di gabbiani,
brandelli neri in vortice

un mare vestito di jeans
allunga le gambe sdraiato là in fondo
al giorno fatto di stracci,
di abiti vecchi indossati uno sull’altro,
di maniche infilate a forza,
di baveri alzati con il bottone mancante.

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sabato 14 novembre 2009


(Genova, 13 novembre 2009, venerdi)
432_TRE GRADINI

delle nuvole a tre gradini
congiungono la collina e la riva:
quello immerso è di marmo venato in azzurro,
nel mezzo, di stabile granito che lampeggia,
il terzo in ardesia è l’ingresso al pavimento uniforme

in una vela gonfia di libeccio, la pioggia ci sale incontro:
ben difesi da doppi vetri,
si riduce la tempesta in ticchettio nel silenzio della stanza

una carica in esaurimento di un moto di rotelle,
il tempo mancante ad una bomba nascosta
o alla completa cottura nel forno,
allo spegnersi delle candele dopo l’offerta:
ad un altare nascosto
volevo rivedere il quadro in penombra
delle anime nostre in purgatorio.

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martedì 10 novembre 2009


(Genova, 9 novembre 2009, lunedi)
431_FESTA DEL PICCONE

sono il piccone che ha demolito il muro
e poi non riuscendo a fermarsi
ha scavato un pozzo, una fossa, la trincea
in cui siamo caduti

non più separati ma riuniti nel comune recinto
contro chi è rimasto fuori,
ci prepariamo alla prossima guerrra col resto del mondo

così nel sonno si agita
la pacifica europa,
vecchia maestra di sterminio ai continenti.

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(Genova, 8 novembre 2009, domenica)
430_NEL CORTILE

ora che l’ostacolo è stato rimosso,
cammino fino al fondo della strada
e poi ritorno indietro,
senza guardarmi attorno

per non invogliare al contatto ravvicinato,
per non fornire appiglio ai conflitti,
per non respingere con maniere esplicite
ma senza illudere di poter trovare consenso:
un libero percorso in silenzio ad occhi bassi,
nel cortile della prigione.

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martedì 3 novembre 2009


(Genova, 3 novembre 2009, martedi)
429_LIMPIDO

ancora grondante si rialza il fondale,
reclinato nella notte in pioggia e vento:
i colori lavati risplendono,
una riga netta è tirata tra i due capi
in cui siamo compresi
e sopra si distingue una nave appesa

una punta di coltello incide i contorni,
un tratto deciso di penna
separa l’acqua dal cielo
e perfino le mie ragioni oggi risaltano sullo sfondo

un mattino di soluzioni a portata di mano,
così limpido da poter prendere le case di fronte
e disporle in modo diverso,
in altra storia e panorama.

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