LA SERA
LA SERA
Chiudi tu la persiana
su quest’altro giorno che passa,
io mi aggrapperò ancora
all’ultima luce vegliata,
anche alla più lontana,
come quella che tra poco
cadrà dall’orizzonte,
perché voglio ancora credere
che di questo giorno
ne ho ancora tanto da vivere.
(Anna Ducci)
(Genova, 16 maggio 2009, sabato)
379_FRONDE
come scuote le chiome verdi
dopo una notte di pioggia, il mattino di vento:
giuro che da ieri si sono aggiunte nuove foglie,
che i rami più teneri sono cresciuti di un palmo
e lungo il muro non c’era tutta quest’erba
su di noi è l’autunno
la stagione che invece lascia segni:
il ramo che sembrava solido
s’incrina e magari crolla di schianto,
una testa di fronde appena ramata
a una raffica più forte se ne spoglia del tutto
con piccoli accenni decliniamo,
con moto lineare intersechiamo
un cerchio che si rinnova..
(Genova, 15 maggio 2009, venerdi)
378_ROVINE
degli uccelletti a piccoli balzi
esplorano il giardino incolto,
piegando appena gli archi di rovi
che lo ricoprono per intero
dicono che le città senza di noi
in poche stagioni sarebbero invase e distrutte
dalla forza di rami e radici:
dal basso spezzando il cemento,
da sopra avvolgendo in groviglio di spine
se non tagliassi l’erba ogni giorno,
tutto ne sarebbe sommerso,
mi dice il custode del cimitero:
considero oltre il muro le circostanti abitazioni
come lapidi di marmo già percorse dalle crepe,
l’asfalto dei vialetti senza più ruote,
le luminarie ormai spente,
un arredo funebre a sua volta sepolto
solo il nostro sguardo apprezza
il fascino delle rovine,
in un mucchio di sassi nascosto dal bosco..
(Genova, 13 maggio 2009, mercoledi)
377_DI RONDA
bisogna essere più cattivi:
questo mi ripeto mentre pattuglio il litorale,
cercando tra i rifiuti
le impronte di chi è sbarcato nella notte
inciampo in cocci di svanite bevande,
forme di plastica senza più nomi,
cartaccia di titoli sbiaditi,
latta di contorti volumi
dicono che in mezzo all’oceano ci sia
un’isola natante di rifiuti:una zuppa di plastica,
con estensione maggiore di una nostra nazione,
che galleggia trattenuta da un vortice di correnti
forse per tutto il male che abbiamo già fatto,
questa è la punizione:
da morti ancora credersi vivi
in un simile approdo..
(Genova, 11 maggio 2009, lunedi)
376_RONDINI
saettano le rondini bentornate,
sfiorando i muri dove hanno ritrovato il nido:
ma è giusto che tutti gli anni vengano dall’Africa
a mangiare le nostre mosche?
tutto il giorno fra richiami assordanti,
con la vista confusa dal volo senza sosta e senso
di parentesi nere su foglio azzurro:
alzate un confine una rete
una gabbia che tenga noi solo al sicuro.
.
(Genova, 29 aprile 2009, mercoledi)
375_CRISI DIPINTA
su fondo azzurro sbiadito
dei tratti sottili sono sospesi
sopra larghi segni in bianco verticale
poi col diluirsi dell’ora
il paesaggio si uniforma in opinione diffusa
di grigio perlato,
di aria ferma,
di tendenza incerta,
di lavatura di pennello incrostato..