MISURA e TRASCRIVI

MISURA e TRASCRIVI

gennaio a Genova

gennaio a Genova

Nuvole

Nuvole
foto di Anna Ducci

LA SERA




LA SERA

Chiudi tu la persiana
su quest’altro giorno che passa,

io mi aggrapperò ancora
all’ultima luce vegliata,

anche alla più lontana,
come quella che tra poco
cadrà dall’orizzonte,

perché voglio ancora credere
che di questo giorno
ne ho ancora tanto da vivere.

(Anna Ducci)


giovedì 28 agosto 2008


(Genova, 28 agosto 2008, giovedi)
247_NELLO SPIRAGLIO

sdraiato riprendo i sensi,
a un soffio radente dalla persiana socchiusa:
intravedo virgole a pennello i cirri in cielo,
un salone delle feste, una galleria di specchi e stucchi,
più tardi un soffitto di uniforme azzurro contornato d’oro

da che tempo
ci siamo affacciati a finestre,
visto fumare navi e camini,
udito campane o cannoni,
subito o scelto bandiere,
chiuso e riaperto persiane,
sullo stesso persistente panorama:
ogni stagione si replica,
mentre ci accodiamo in linea retta nati e sepolti.
(Genova, 27 agosto 2008, mercoledi)
246_A CACCIA

un gatto in agguato compare in scena,
quando si apre il sipario:
appostato fra le piante,
in attesa del momento migliore per colpire

così comincia un mattino di caccia
di cui non scorgiamo bersaglio,
un destino che si nasconde dietro l’angolo del vaso,
un evento senza visibili zampe,
che poi spicca il volo e ci coglie a sorpresa

eppure ad ogni fruscio si ritenta,
col pelo ritto dopo l’inutile balzo,
anche se l’entità della preda
non ripaga del tempo in attesa:
una tribù impegnata in una quotidiana
attività di caccia e raccolta,
s’un territorio di ferro e cemento.

domenica 24 agosto 2008


(Genova, 24 agosto 2008, domenica)
245_CHIUSURA

domenica di leggera tramontana,
di posteggi con larghi vuoti,
di cartelli sui negozi con data di prossima riapertura,
di gerani orfani assetati,
di rame sulle foglie della vite,
di piacevole caldo che sappiamo a scadenza

è il punto dell’anno in cui il nostro pianeta
dovrebbe tener conto dell’avviso:
una epoca è trascorsa,
una stagione si chiude in lento declino,
una età è raggiunta
in cui ad ogni giro l’orbita di più si allunga.
(Genova, 23 agosto 2008, sabato)
244_RIENTRO

un sabato estivo che scivola sul pendio di agosto,
di serrande ancora chiuse,
di corrente da finestre opposte,
di nuvole in coda sulla strada del rientro alla pianura:
lasciano il mare in direzione di settembre,
cariche di bagagli avvolti in teli scuri e svolazzanti

qualcuna più piccola e rosa, rallenta e resta indietro:
passerà la notte tra pitosforo, lecci e pini
in quest’area di servizio sulla costa

ma domani vi voglio vedere oltre confine,
a sfilare su tegole rosse e muri di mattoni,
su colline in vigna a distesa,
sul fiume largo e lento,
senza rimpianti
per questo tetto e pareti di sassi neri e salati.

venerdì 8 agosto 2008


(Genova, 8 agosto 2008, venerdi)
243_MATTINO LENTO

bianco e nero un balzo di gatto traversa il cortile,
s’inerpica sul muro, ne scavalca il confine,
tra le foglie saetta in casa a qualcuno:
questo è avvenuto
in una ora di mattino lento a cielo coperto

si segnala:
un vicino in mutande,
una signora in vestaglia fiorita,
un gabbiano di ronda,
una bandiera tenuta in moto da scirocco,
dei pensieri a fatica passanti sulla salita,
sotto il peso di borse degli anni portati.

martedì 5 agosto 2008

(Genova, 4 agosto 2008, lunedi)
242_VIA D’USCITA

l’incauto calabrone ronzando s’infila
nella stanza senza sbocco:
introdotto dal caso a girare in tondo,
a sbattere la testa sui muri,
cercando lo spiraglio nel riquadro di luce

abbiamo intrecciato direzioni di volo contrastanti,
tentativi di evasione fermati dalla parete,
decisioni in linea retta,
virate in rotta opposta

se da una fessura siamo entrati in questo mondo,
dobbiamo pur trovare una soluzione d’uscita:
senza l’esitante divagare della farfalla
e l’interessato tormento della mosca,
in una vita da nero e peloso insetto ostinato e pensante.

domenica 3 agosto 2008


(Genova, 1 agosto 2008, venerdi)
241_CANADAIR

l’aeroplano antincendio si riempie la pancia di mare
che poi rovescia sulla collina in fiamme:
una brocca che laggiù si colma d’acqua e qui sopra si versa,
un volante innaffiatoio in ritardo sul disastro:
una gobba nera e fumante
che affonda le zampe nel canalone,
uno schienale di ginestre in cenere e tizzoni di pino

sconsolati, sulla strada seguiamo il volo:
in picchiata scarica e poi vira stretto,
sfiorando la cima di fronte,
dalla coda lasciando cadere una pioggerella salmastra,
uno spruzzo di onde sui nostri nasi per aria

mentre un pennacchio di fumo ci ruba il tramonto,
dall’infernale panorama volgiamo lo sguardo,
avviati ad una notte di carbone in gola:
un giorno dopo l’altro abbiamo bruciato alle spalle.
(Genova, 29 luglio 2008, martedi)
240_AGOSTO NAUFRAGO

indolenzito da una notte di sonno a finestre socchiuse,
a lungo rotolato da deboli correnti fra le stanze,
approdo ad una mattino di silenzio festivo:
di aria già calda in tremito e velata,
di gatti esausti sparsi nelle foglie,
di asciugamani da spiaggia
ancora umidi e pesanti alle corde

appeso al parapetto del balcone,
riprendo i sensi fra i relitti
di navi in porto a lento moto:
una nuvola sfrangiata si disegna sull’azzurro,
un cartiglio bianco con una richiesta d’aiuto

agli occhi di chi la riceve,
la mia posizione di naufrago d’agosto.