MISURA e TRASCRIVI

MISURA e TRASCRIVI

gennaio a Genova

gennaio a Genova

Nuvole

Nuvole
foto di Anna Ducci

LA SERA




LA SERA

Chiudi tu la persiana
su quest’altro giorno che passa,

io mi aggrapperò ancora
all’ultima luce vegliata,

anche alla più lontana,
come quella che tra poco
cadrà dall’orizzonte,

perché voglio ancora credere
che di questo giorno
ne ho ancora tanto da vivere.

(Anna Ducci)


lunedì 15 settembre 2008

(Genova, 4 settembre 2008, giovedi)_262
ARRIVI #26 (a sorpresa)

Uscì da una porticina
in un vicoletto appartato
che sboccava in una piazza con un pozzo al centro
e un bar sull’angolo

era la piazza
dove si affacciava l’ingresso principale della casa da cui era uscito
e che appariva chiusa e trascurata,
come il giardino che s’intuiva tra le sbarre del cancello arrugginito

ai tavolini due turisti sostavano con cappuccino e cartina davanti
e mentre si chiedeva perché l’avessero fatto entrare ed uscire
da quella casa in modo così riservato,
un vecchietto si affacciò da uno dei vicoli
e volgendosi attorno guardingo,
imboccò una calle con passo malfermo:
era lo stesso che infermo l’aveva ricevuto
dietro la scrivania e le pile di libri

lasciò in fretta tazzina e moneta sul banco
e cercò di seguirlo ma quello
era già sparito ad una svolta

continuò comunque esitante
fino a sbucare s’un largo canale
proprio mentre passava
con rombante sciacquio un lucido motoscafo
guidato da una donna bionda dai capelli sciolti,
con avvolgenti occhiali da sole
e in svolazzante vestito bianco:
quella che prima si era presentata come figlia solerte
e ora pilotava il natante verso l’aperta laguna

tornato indietro con sconcerto,
chiese al barista qualche notizia
sulla casa affacciata di fronte:
era la dimora rimasta inabitata
di un anziano professore
morto da qualche mese
che non avendo eredi
aveva lasciato tutti i suoi libri al comune.

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