MISURA e TRASCRIVI

MISURA e TRASCRIVI

gennaio a Genova

gennaio a Genova

Nuvole

Nuvole
foto di Anna Ducci

LA SERA




LA SERA

Chiudi tu la persiana
su quest’altro giorno che passa,

io mi aggrapperò ancora
all’ultima luce vegliata,

anche alla più lontana,
come quella che tra poco
cadrà dall’orizzonte,

perché voglio ancora credere
che di questo giorno
ne ho ancora tanto da vivere.

(Anna Ducci)


sabato 26 gennaio 2008

65_IL TRENO RALLENTA
(Genova, 25 gennaio 2008, venerdi)

le inutili parole si affollano in confusione,
tentando di spiegare il complesso fenomeno
di un semplice mattino sereno

si affannano nel proporre paragoni
tra splendori di metalli preziosi e riflessi di gemme,
se l’ambra meglio del rubino e l’oro invece che il topazio,
definiscano l’esatto valore del sorgente tesoro,
mentre un avanzo di luna si attarda
e non vuole sbiadire prima della conclusione

senza nuvole in cielo le parole ripiegano
dalle ricchezze volanti alla città degli uomini:
lento si avvicina il treno alla stazione, in attesa del suo binario

nello stretto terreno tra la ferrovia e la strada,
si allinea una parata di laceri veterani come dopo una disfatta:
sfilano al passaggio i campetti cintati con ogni sorta di relitto,
le piantagioni di verdure ferrose difese con reti da letto,
l’insalata della miseria dignitosa
spruzzata con la riserva d’acqua dei bidoni corrosi,
la vigna sospesa tra il palo dell’alta tensione
e la baracca vestita di latta e coperchio ondulato

in tempi più recenti, dove il sentiero diventa scosceso,
agli orti di sussistenza si sono aggiunte moderne dimore:
invece della porta una coperta,
un telo di plastica per tetto,
le ante di armadio come pareti
e dove serve stracci e cartone

il vagone rallenta,
il cielo non soccorre con altro argomento,
lo sguardo si distoglie ma dai due lati è assediato,
la bocca si serra, la vista incupisce,
la parola non trova scampo,
al panorama che sui fianchi di questo maledetto treno si trascina
e il migliore dei giorni aperto, negli occhi chiusi affonda.

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