MISURA e TRASCRIVI

MISURA e TRASCRIVI

gennaio a Genova

gennaio a Genova

Nuvole

Nuvole
foto di Anna Ducci

LA SERA




LA SERA

Chiudi tu la persiana
su quest’altro giorno che passa,

io mi aggrapperò ancora
all’ultima luce vegliata,

anche alla più lontana,
come quella che tra poco
cadrà dall’orizzonte,

perché voglio ancora credere
che di questo giorno
ne ho ancora tanto da vivere.

(Anna Ducci)


sabato 22 dicembre 2007

28_ITALIA ‘61
(Genova, 22 dicembre 2007, sabato)

dopo l’esultanza di un precedente sereno
oggi un cielo imbottito ci opprime:
girata la copertina a colori,
scrivo il mio diario sulla pagina grigia
del primo giorno d’inverno

a quell’epoca mia madre lavorava in un albergo di Torino:
era l’anno del primo centenario della nazione,
una grande mostra lo celebrava,
ospite per un giono a visitarla

come in una copertina di Urania,
c’era la monorotaia con i piloni nel laghetto
e gli audaci padiglioni in vetro e cemento:
era l’inizio meno ingenuo ma tuttavia fiducioso
di un decennio terminato poi nel sospetto,
era la fiera delle promesse poi deluse,
l’esposizione del progresso più avanzato
poi deriso e rinnegato,
del moderno come l’intendevano i padri
e invece rivelato ai discendenti nel terrore,
come un abbondanza annunciata
che scontiamo nella penuria incombente

dopo vent’anni ho rivisto
i piloni senza più rotaia nel laghetto disseccato,
le ardite vele a vetri infranti:
rovine di un futuro non avverato,
per conto proprio deragliato da un percorso previsto

da quel soggiorno provvisorio in una casa imprestata,
in una città riscaldata e annerita dal carbone,
di cui scoprivo l’odore diverso e la polvere
sui teli di plastica a rivestire i ballatoi nei cortili
oltre i portoni oscuri,
mi resta il ricordo di una notte passata a leggere
sotto le coperte di nascosto un libro proibito,
preso dal mobile che aperto era un letto
e chiuso uno scaffale

forse la lezione ci è servita:
non immaginiamo più il domani come la proiezione
del nostro lato migliore,
la paura che si avveri ci trattiene o magari il sospetto
che per speranza mancante,
questo sia il solo concesso.

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